mercoledì 23 dicembre 2009
VIDEO DEL CONCERTO GOSPEL
domenica 20 dicembre 2009
VIDEO DELLA SERATA DANTESCA
lunedì 14 dicembre 2009
SUCCESSO PER IL JOY SINGERS CHOIR
E' stata veramente una serata speciale quella di ieri sera nella Chiesa del Pistornile a Casteggio: il concerto del Joy Singers Choir ha animato la chiesa per due ore, cariche di energia

Qui sotto trovate una rassegna di scatti fotografici immortalati durante la serata.

giovedì 10 dicembre 2009
CONCERTO GOSPEL IN ARRIVO

L'Associazione Culturale La Barbatella ha deciso quest'anno di augurare i migliori auguri di buon Natale con un concerto gospel: con le note del Joy Singers Choir, domenica 13 dicembre si potrà trascorrere una serata all'insegna della buona musica, in attesa delle imminenti festività natalizie.
Il Joy Singers Choir nasce nel 1997 da un’idea dei responsabili del Circolo Amici della Musica Prof. P. Piacentini di Valenza. Attualmente il coro è costituito da un gruppo di circa 40 appassionati non professionisti, suddivisi tra soprani, contralti, tenori e bassi, accompagnati da una formazione strumentale composta da piano e tastiere, chitarra, sax, basso, percussioni e lead voice. I concerti sono ispirati alla musica nera afro-americana, contaminata da altri generi: spiritual, contemporary gospel, funky e suol, jazz moderno e pop.
A guidare la formazione è il Maestro Andrea Girbaudo, responsabile dell'originalità degli arrangiamenti, mentre la tecnica vocale è seguita dalla Prof.ssa Silvia Benzi; la direzione di Claùdiu Paduraru assicura uniformità, ritmo e precisione esecutiva.

Si legge nella biografia del Joy Singers Choir, rintracciabile sul sito:
Ogni concerto o esibizione, indipendentemente dal rilievo pubblico o dalla natura dell'evento in cui è inserito, rappresenta per il coro l'opportunità di vivere nuove emozioni e di condividerle con chi ascolta, oltre a rappresentare lo stimolo per migliorare qualità e livello tecnico, anche grazie ai professionisti della musica che collaborano con la nostra formazione. Il JSC è sempre teso ad esplorare nuove dimensioni di espressione ed a raggiungere maggiore maturità e qualità interpretativa, per rendere sempre più efficaci, coinvolgenti ed emozionanti le occasioni di incontro con chi ama questo genere musicale o con chi, per la prima volta, si trovasse ad ascoltarlo.
domenica 6 dicembre 2009
domenica 22 novembre 2009
FOTO DELLA SERATA DANTESCA
sabato 14 novembre 2009
SERATA DANTESCA IN CERTOSA
mercoledì 11 novembre 2009
QUALCHE INFORMAZIONE SUL CANTO DI ULISSE
Il canto può essere diviso in quattro momenti importanti.
Il primo coincide con l'invettiva di Dante nei confronti della sua Firenze. "Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande...": così esordisce il poeta, esortando la città, con amara ironia, a rallegrarsi per la sua grandezza, visto che il suo nome si diffonde per mare e per terra e perfino all'Inferno; in più le predice prossime sventure che verranno da Prato e da altre città, augurandosi con dolore di vederle quanto prima compiute.
Nel secondo, Dante e Virgilio, risalendo una parete rocciosa, giungono in un punto da cui possono scorgere il fondo dell'ottava bolgia, nella quale si trovano i consiglieri fraudolenti. Il poeta fiorentino, vedendoli, ripensa che essi hanno fatto "pessimo uso del loro ingegno" e perciò è indotto a tenere a freno più del solito il suo ingegno, "largitogli dalle stelle e dalla Grazia divina", affinchè sia sempre guidato dalla virtù e non ne rimanga privo per colpa propria. Nel fondo della bolgia si aggirano molte fiammelle, ciascuna delle quali nasconde alla vista il peccatore condannato.
Quindi, nel terzo momento, sono le figure di Ulisse e Diomede a dominare il quadro. Dante, tra tutte le fiamme, ne scorge una con due punte e chiede a Virgilio, stranito, chi è punito lì dentro. Il Maestro risponde che vi stanno Ulisse e Diomede, che "subiscono insieme la vendetta di Dio, così come in vita ne affrontarono insieme l'ira, espiando l'insidia del cavallo di legn

Il quarto momento del canto è occupato dal racconto dell'ultimo viaggio e della fine di Ulisse. Virgilio, non appena la fiamma si avvicina, invita le anime, in nome dei versi ad essi dedicati nell'Eneide, a non muoversi e chiede a Ulisse di narrare della sua morte. Dopo la sosta presso la maga Circe, nè l'affetto per il figlio, nè la pietà per il vecchio padre, nè l'amore per la moglie Penelope hanno potuto trattenerlo dal desiderio incontenibile di esplorare il Mediterraneo occidentale fino alle colonne d’Ercole, limite del mondo conoscibile che l'uomo non dovrebbe oltrepassare. Qui giunto, si rivolge ai fedeli compagni per invitarli a seguirlo, ricordando loro "l'alta missione dell'uomo sulla terra, che è quella di praticare la virtù e di apprendere la scienza". Il discorso infiamma a tal punto i membri dell’equipaggio che i remi parvero trasformarsi in ali e la nave volare sulla superficie dell’oceano inesplorato. Cinque mesi dopo il passaggio attraverso lo stretto di Gibilterra, una montagna altissima appare all’orizzonte: la gioia per questa visione si tramuta in dolore perchè da quella terra si scatena un turbine, che gira la nave per tre volte nel vortice delle onde; l'imbarcazione si inabissa nel mare, il quale poi si chiude sopra di essa.
mercoledì 4 novembre 2009
ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE
L'associazione, pertanto, va incontro ad un naturale ricambio che funzionerà da germoglio per nuove esperienze. Nei primi due anni di vita, essa ha mostrato
E' stata un'esperienza unica, possibile solo grazie ad un grande gruppo. Oggi siamo una realtà e sono sicuro di lasciare il progetto in buone mani che continueranno su questa strada.
Credo che la forza di questa associazione stia nel gruppo e nell’armonia che lo anima. Siamo tutte persone con molta voglia di fare per la nostra città e se ciò che verrà da noi offerto piacerà al pubblico e soprattutto ai nostri concittadini, sarà solo grazie al lavoro svolto da tutti coloro che con tanto entusiasmo sono il motore de La Barbatella.
giovedì 17 settembre 2009
MUSICA FLAMENCA A CASTEGGIO

Il Festival Ultrapadum è fin dal 1993 una delle più importanti rassegne musicali della Provincia di Pavia. Si tratta di una rassegna itinerante, in oltre 40 comuni, allestita dalla Società dell'Accademia di Voghera, con il patrocinio di Regione Lombardia e della Provincia di Pavia.
"L’ambizione degli organizzatori, che di anno in anno si è rivelata decisamente vincente, è quella di coniugare la musica con le notevoli potenzialità ambientali e culturali dell’Oltrepò Pavese. La forza del Festival sta nello sfruttare questo binomio per creare quel valore aggiunto, l’atmosfera, che rende un momento unico e irripetibile. Avvicinare la gente alla musica, dunque."
Siamo così lieti di invitarvi
domenica 20 Settembre 2009, alle ore 21,15, al concerto
“La Spagna e Garçia Lorca”
Quartetto di musica flamenca
presso l'Auditorium Certosa Cantù di Casteggio.
lunedì 31 agosto 2009
FESTIVAL DEI SAPERI 2009


Anche quest'anno, come d'abitudine al principio di settembre, Pavia ospita una rassegna culturale che ogni anno porta in città importanti personaggi: il Festival dei Saperi, giunto alla 4^ edizione, si tiene dal 10 al 13 settembre 2009. Il tema di quest'anno è L'uomo e la terra: il primo dialogo.
Cogliamo l'occasione per invitarvi a seguire alcuni appuntamenti.
- Homo viator. Scoperta e preso di possesso dello spazio territoriale negli itinerari medievali di pellegrinaggio. Lectio magistralis di Franco Cardini. Piazza della Vittoria, giovedì 10 settembre, ore 18,30.
- La mafia e il suo territorio. Conversazione con Giancarlo Caselli e Adolfo Sabella, modera Vittorio Grevi. Università degli Studi di Pavia, Cortile delle Statue, giovedì 10 settembre, ore 21,00.
- Lessico civile: Immigrazione. Gianpaolo Calchi Novati. Università degli Studi di Pavia, Cortile dei Caduti, sabato 12 settembre, ore 12,00.
- Lessico delle scienze: Nuovi farmaci per la lotta alla tubercolosi. Giovanni Riccardi. Sala conferenze del Broletto, sabato 12 settembre, ore 16,00.
- Terra, un pianeta fortemente sismico. Lectio magistralis di Enzo Boschi. Università degli Studi di Pavia, Aula Magna, sabato 12 settembre, ore 18,00.
- Lessico civile: Convivenza democratica. Salvatore Veca. Università degli Studi di Pavia, Cortile dei Caduti, domenica 13 settembre, ore 12,00.
- Lessico delle scienze: Ingegneria delle proteine. Ermanno Gherardi. Sala conferenze del Broletto, domenica 13 settembre, ore 16.
- Lessico delle scienze: Terremoti e grandi opere. Michele Calvi. Sala conferenze del Broletto, domenica 13 settembre, ore 17.
- Ron in concerto. Piazza della Vittoria, domenica 13 settembre, ore 20,30.
- Lampi di genio. Omaggio pirotecnico al Ticino. Lungoticino (zona Ticinello), domenica 13 settembre, ore 22,30.
mercoledì 12 agosto 2009
MAIRANO OSPITA VIVALDI
L'associazione Amici di Mairano insieme con La Barbatella, in occasione della tradizionale festa patronale di metà agosto che celebra la frazione di Mairano, presenteranno un appuntamento musicale di grande spessore. I Maestri Torciani e la loro orchestra d'archi faranno rivivere le emozioni e i profumi de "Le Quattro Stagioni", capolavoro di Antonio Vivaldi.
"il concerto è intitolato In Ricordo... - spiega Don Pino Mazza, presidente degli Amici di Mairano - perchè vuole essere si un momento di musica, ma anche e soprattutto di raccoglimento per la comunità di Mairano per salutare amici e soci che nell'ultimo anno ci hanno lasciato."
La serata è frutto della collaborazione degli Amici di Mairano con La Barbatella, presieduta da Lorenzo Vigo: "Siamo felicissimi che gli amici ci abbiano chiesto di collaborare con loro a questo Ricordo, sintomo della stima reciproca fra le associazioni e di come il tessuto socio-culturale di Casteggio sia propositivo e produttivo."

Venerdì 14 Agosto, ore 21,15 presso la piazzetta
venerdì 1 maggio 2009
MARCELLO VENEZIANI E IL SUD

Sud
Un viaggio civile e sentimentale
Marcello Veneziani
Mondadori
€ 17,50
DAL MOMENTO CHE ABBIAMO AVUTO IL PIACERE DI AVERLO COME OSPITE, CI SEMBRA GIUSTO RICORDARE L'ULTIMA FATICA LETTERARIA DI MARCELLO VENEZIANI: UN RACCONTO DEL SUD, FRIZZANTE E ROMANTICO.

Sta in queste e in altre parole la spiegazione del perché egli abbia scritto un libro che parla del Sud: si tratta di “un elogio dell’arretratezza”? O di un “un tardivo amore di coccodrillo per le origini tradite”? Ha considerato che “al Sud si legge poco” e che “difendere il Sud è una battaglia di retroguardia”? No, dice l’autore, “non è così o forse è così come dite voi, ma tutto quel che dite in blocco, senza escludere niente…”
Il viaggio, non solo letterario,


Il viaggio continua in “Entroterronia, sprofondo Sud”, dove in una sola giornata si può assistere a tutti i mali del Sud. Come? Rimanendo bloccati in autostrada a causa del rovesciamento di un’autocisterna tra Caianello e


Veneziani viene poi a tracciare i ritratti, antropologicamente pungenti, di Clemente Mastella e Antonio Di Pietro, “dioscuri del profondo Sud, quello dell’entroterra”, “i Romolo e Remo dell’Interno Sud, fratelli coltelli a volte con ruoli invertiti”.
Si scende poi in “Calabria Saudita”, dove, nonostante l’aspetto squallido

Che rapporto ha il Sud con il denaro?, si chiede Veneziani. Al Sud, a giocare un ruolo ancora molto importante, è il contante, dal momento che “le carte di credito non hanno sfondato”. E poi non dimentichiamo il valore della provvista d’olio, di un terreno o di una casa di proprietà: è ancora importante il “rapporto fondato sul baratto, sul dono e la riconoscenza”.
Oltrepassando lo Stretto, si sbarca in Sicilia, “un cannolo puntato sul continente”. Veneziani è assolutamente convinto che, essendo la Sicilia “un mondo a sé, per natura e cultura, indole e storia”, è un bene per


Come poter sorvolare sul “paradigma meridionale, nazionale e forse mondiale del personale inutile e sovrabbondante, iperpagato e ipoimpegnato” che è la regione Sicilia? In questo contesto la raccomandazione “distorce il principio della responsabilità individuale” e il merito è alieno. Particolarmente simpatico il passo su Cenzino Benaccolta, colui che aveva mandato “al suo caro compagno di scuola Totò Cuffaro” un vassoio di cannoli per festeggiare la condanna a cinque anni.
Risalendo dalla Sicilia, si arriva a “Napule, caput mundezzi” per fare un viaggio nel “voluttuoso declino di una capitale svogliata”. Il cui degrado è iniziato dopo il 1980 con la conseguente “gestione infame”. Facendo apparire la città come la capitale degli scippi, dei furti, dell’immondizia, del potere mal gestito, dell’inganno sempre e comunque. “Il tutto è bagnato nell’indolenza, nell’accidia e in un falso fatalismo ai danni del prossimo”.
Due pagine sono dedicate a Roberto

Altrettanto caustico è il ritratto di Mario Merola, non tanto rivolto alla persona, quanto al mondo di valori che ha impersonato: ad un suo spettacolo teatrale, accanto al “patriottismo popolano”, con annessi folclore e sentimenti veri, si poteva fare “un censimento della malavita locale e dell’indice di consenso all’illegalità”. Triste è stato vedere le più alte cariche dello Stato ad “omaggiare Merola in piena bufera di malavita”.
Il capitolo si conclude nella speranza di un “camorrismo inverso”, cioè di quell’insieme di “reti di comparaggio solidale e clan buonavitosi”, che possano far cambiare l’immagine triste e criminosa che generalmente è attribuita a Napoli.
Come avete potuto apprezzare, il viaggio di Veneziani è un viaggio nelle viscere, nell'anima del Sud, un viaggio alla riscoperta del Sud più vero e genuino. Verrebbe quasi da dire, giunti al termine del libro, che tutto il Sud è paese, tali e tanti sono i tratti distintivi che segnano le peculiarità di una terra, che ha visto nascere la civiltà moderna ed è stata culla e vittima delle dominazioni di varie popolazioni. La quale tuttavia oggi soffre della cattiva immagine attribuitale, non certo casualmente: si parla di “questione meridionale”, termine che Veneziani stesso aborrisce perchè è diventato ormai un semplice velo, dietro il quale nascondere quel mix di accidia, indifferenza ed indolenza che tanto male hanno fatto e fanno tuttora al Sud.
Un libro, in definitiva, che non vuole nè idealizzare il Sud nè tanto meno non ricordare le amenità che da sempre ne hanno fatto una terra fertile sotto tutti i punti di vista.
venerdì 3 aprile 2009
MARCELLO PERA ALL'UNIVERSITA' DI PAVIA

Certamente tutti ricorderanno Marcello Pera nelle vesti di presidente del Senato della Repubblica tra il 2001 e il 2006. Ma egli è prima di tutto un grande studioso di filosofia della scienza, sui cui temi ha prodotto numerosi saggi. Dopo il 2000, ha dedicato diversi articoli e saggi al rapporto fra la cultura storica europea e il cattolicesimo. Sicuramente degni di nota sono "Senza radici", scritto assieme all'allora cardinale Ratzinger, e "Perchè dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica".
L'esordio della presentazione è incentrato sul titolo, di cui Pera tiene moltissimo a precisare il senso: innanzitutto "non è un libro autobiografico", che vuole parlare del rapporto che l'autore ha con la religione; nè è un libro "apologetico del Cristianesimo". Semplicemente è un libro di "filosofia politica, morale e dell'attualità". Scritto "aprendo la finestra": cioè non basandosi su luoghi comuni oppure sentito-dire oppure critiche di tesi portate da altri filosofi; ma ascoltando effettivamente ciò che la gente dice, percepisce, lascia intendere.
E cosa si coglie? Una profonda "crisi di carattere morale e spirituale, di identità", una grandissima difficoltà a definire chi siamo noi in Italia e in Europa. Spesso, soprattutto negli ultimi decenni, non ci siamo posti questa domanda a causa della difficoltà della risposta. Oppure siamo stati messi dinanzi all'evidenza in modo drammatico: basti pensare al terrorismo islamico, ai problemi di integrazione con gli stranieri, alle questioni etiche al vaglio in Parlamento.
Come mai si è giunti fin qui? - si chiede Marcello Pera. La risposta è abbastanza semplice. C'è stata una profonda crisi del liberalismo e della democrazia, dottrine da sempre basate su solidi fondamenti. E pertanto, venendo a mancare solide basi, si è passati "dall'universalismo al relativismo", ossia quella posizione filosofica che nega l'esistenza di verità o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva.

E l'esempio di questa crisi è, secondo Pera, ben rappresentato dalla "parabola dell'Europa". Tutto è iniziato con il disegno post-bellico dei tre padri fondatori Adenauer, Schumann e De Gasperi di "costruire un'identità politica, un'unione politica di Stati intorno all'identità cristiana". Mentre questo non è stato. Si è proceduto per trattati tra Stati autonomi sovrani, lasciando intatte le carte costituzionali dei singoli membri. Quando, però, si è cercato di passare dall'"aggregazione di Stati", come era quella configurata dai trattati, al "sovrastato o sovranazione europei" attraverso la Costituzione europea, il progetto è naufragato e si è tornati indietro ai trattati. Chiaramente, le ripercussioni di una scelta del genere sono evidenti a tutti: la forza, in qualsiasi ambito, viene attribuita ad un solo soggetto, non ad un insieme di soggetti, ciascuno dei quali parla con la propria voce. Veniamo spesso rimproverati così: "l'Europa non parla con una voce sola": semplicemente perchè l'Europa non è un soggetto unitario politico.
Pera si sofferma ampiamente sul principale motivo di fallimento della Costituzione europea. Spiega come "non si trattava di menzionare il Dio cristiano". La proposta era quella di inserire un "preambolo, unica occasione tra tutte le Costituzioni europee", nel quale illustrare perchè gli Stati si univano e mettevano a punto gli articoli della Costituzione. Lo scontro aspro è stato sull'inserimento, nel preambolo, del richiamo alle radici cristiane: dai sostenitori era ritenuto opportuno e dovuto, dato che "la storia europea è stata tenuta a battesimo da Pietro e Paolo", dovunque ci giriamo c'è un segno cristiano come nell'arte, nella cultura, nella musica: insomma, pur senza rendercene conto, il substrato della nostra cultura è cristiano. I detrattori, invece, avevano chiesto di inserire qualsiasi altro richiamo: all'Umanesimo, all'Illuminismo, al socialismo, ecc.
Un ruolo importante in questa diatrib

L'ultimo aspetto toccato dall'autore riguarda l'etica pubblica: egli fa notare come la rivoluzione liberale, da Locke a Kant per arrivare alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, ha proclamato l'esistenza di alcuni diritti fondamentali inviolabili. I quali, però, sono stati vittime - anch'essi - dell'ondata relativistica e pertanto messi in discussione perchè (e qui ritorna la tesi precedente) si è avuto una "crisi dei fondamenti".
In fin dei conti, dice Pera, "se ti dici cristiano recuperi un'identità" che potrà essere molto utile in futuro e "metti un freno alla deriva dell'etica pubblica". Si prende, quindi, coscieza di chi siamo, dove viviamo e con chi ci confrontiamo in maniera più forte e convinta, arma importantissima nel mondo globale e multiculturale in cui ci troviamo a vivere ogni giorno.
venerdì 6 febbraio 2009
VAN GOGH A BRESCIA

”Un contadino è più vero coi suoi abiti di fustagno tra i campi, che quando va a Messa la domenica con una sorta di abito da società. Analogamente ritengo sia errato dare a un quadro di contadini una sorta di superficie liscia e convenzionale. Se un quadro di contadini sa di pancetta, fumo, vapori che si levano dalle patate bollenti – va bene, non è malsano; se una stalla sa di concime – va bene, è giusto che tale sia l'odore di stalla; se un campo sa di grano maturo, patate, guano o concime – va benone, soprattutto per gente di città”.
Il tratto dei primi disegni è incerto, la figura poco definita racconta gesti,


“So benissimo che la tela ha dei difetti ma, rendendomi conto che le teste che dipingo adesso sono sempre più vigorose, oso affermare che "I mangiatori di patate", insieme con le tele che dipingerò in avvenire, resteranno.”
La sua mente lo abbandonò definitivamente nel 1890, portandolo al suicidio. Così Vincent van Gogh si portò via tutta la sua arte.
Più che una mostra un viaggio attraverso la vita, la sofferenza di un uomo. Il suo percorso artistico dai primi passi fino all’esplosione, la possibilità di vedere come un artista nasce, vive e si spegne all’ombra della suo genio.