martedì 25 marzo 2008

ERICA PAOLA SCATTOLON


Nome: ERICA PAOLA

Cognome: SCATTOLON

Nata il: 7 maggio 1985

A: Voghera

Professione: Studentessa



Eccomi: una ragazza dalla natura inquieta, sensibile, critica, con un forte senso del dovere...forse anche un pochino simpatica! In ogni cosa della vita prediligo la qualità alla quantità: pochi amici, ma veri e sinceri; poche passioni ma davvero coltivate (ultimamente leggo molto sulla storia italiana, e mi gusto i films del regista Pedro Almodovar, cosa che mi aiuta nella riscoperta della lingua spagnola).
Passati gli anni in cui mi dividevo fra studio e lavoro, da qualche mese mi godo l'essere studentessa in Giurisprudenza a tempo pieno, presso l'Università degli Studi di Pavia. Mi preparo a trascorrere sei mesi in Spagna per il progetto Erasmus, che fonde due punti fermi della mia vita: il viaggio e lo studio del diritto.
L'amore infinito per i viaggi credo sia dovuto tantissimo al fatto di aver frequentato un liceo linguistico e alle varie esperienze di scambio culturale e linguistico che ho vissuto: vedere altro da quel che si è e si ha, ti fa capire chi sei e ciò che hai.
Per quanto riguarda il diritto, diventare magistrato è il mio obiettivo. Non ricordo un momento in cui dentro di me ci fosse un'idea differente. Questo obiettivo è nato con me.
Schopenhauer disse: " Il solo pensiero di vedere le donne nell'ufficio di giudice mi fa ridere". Mi piacerebbe ridesse parecchio!

ELISABETTA OFFICIO

Nome: ELISABETTA

Cognome: OFFICIO

Nata il: 16 agosto 1985

A: Voghera

Professione: Studentessa

e-mail: elisabetta.officio@gmail.com




Studio Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pavia e sono all’ultimo anno. Ho fatto questa scelta perché è il sogno che coltivo da sempre, sperando in questo modo di poter aiutare gli altri. La mia formazione però coniuga a questo percorso universitario anche la conoscenza delle lingue, che credo essere fondamentali nel mondo in cui viviamo oggi. Adoro viaggiare e ritengo che facendolo con la conoscenza della lingua del posto che visitiamo ci metta ancora più in contatto con esso, con i sui abitanti e con le sue tradizioni e cultura… ecco perché questo amore per le lingue straniere. Questa conoscenza mi ha anche aperto porte sul mondo del lavoro: infatti ho lavorato presso l’Osservatorio di Pavia (quello radiotelevisivo) al “Progetto Europa”, facendo la rassegna stampa per Commissione e Parlamento Europei, in lingua inglese. Parlo al passato perché il mio rapporto lavorativo si è ormai concluso, data la mia imminente partenza per la Germania, dove rimarrò per 6 mesi in Erasmus!!!
Nonostante questa mia vena esterofila, sono enormemente attaccata al posto in cui vivo, ne amo le tradizioni, i luoghi, i sapori ed i suoni e questo legame si è ancor più accentuato proprio viaggiando. Cerco di trasmettere ciò che provo per la mia terra alle persone che incontro per regalare loro un po’ della meraviglia che noi qui ogni giorno viviamo. Avevo una nonna molto anziana che mi raccontava tante storie sulla vita di un tempo, come tutte le nonne credo, ed io ho sempre provato un po’ d’invidia per ciò che col tempo è andato perso, per quelle tradizioni e per quelle situazioni così affascinanti che hanno un gusto d’altri tempi. Ecco perché faccio parte dell’Associazione “Amici di Mairano”, che si occupa di riscoprire e rivalutare i luoghi e le tradizioni della nostra zona e de “La Barbatella” che nel suo nome comprende l’essenza di ciò che è il nostro gruppo: ragazzi che operano per il loro territorio, a cui sono per natura legati.

...PENSIERI...PAROLE...


Al pari di un quadro, scultura o monumento, un libro, di poesia o di prosa, ti arrichisce non solo nell'immediato, ma ti muta l'essenza.


Luigi Einaudi

La musica è il genere di arte perfetto. La musica non può mai rivelare il suo segreto più nascosto.
Oscar Wilde

Il sogno è l'infinita ombra del Vero.
Giovanni Pascoli

Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.

Bertrand Russell

La musica è l'arte di pensare attraverso i suoni.

Jules Combarieau

La libertà è il diritto dell'anima di respirare.

dal film Will Hunting

La grande poesia è semplicemente linguaggio carico di significato al più alto grado possibile.

Ezra Loomis Pound

I delitti dell'estrema civiltà sono certamente più atroci che quelli dell'estrema barbarie.

Jules Amédée Barbey d'Aurevilly

Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.

Charlie Chaplin

Finché sarai fortunato avrai molti amici; se i tempi si faranno bui, resterai solo.

George Orwell

È il perpetuo timore della paura, la paura della paura, che forma il volto di un uomo coraggioso.

Georges Bernanos

Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d'averne che basti; quanto più se ne gitta, tanto par che n'avanzi.

Giacomo Leopardi

E, poiché sola nell'universo la poesia è verità, quegli che sa contemplarla e attrarla in sé con le virtù del pensiero, quegli è presso a conoscere il segreto della vittoria su la vita.

Gabriele D'Annunzio

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.
Primo Levi

Le amicizie non si scelgono a caso, ma secondo le passioni che ci dominano.


Alberto Moravia

Senza moralità civile le comunità periscono; senza moralità privata la loro sopravvivenza è priva di valore.

Bertrand Russell

Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.

Carlo Goldoni

Il saggio muta consiglio, ma lo stolto resta della sua opinione.

Francesco Petrarca

La vita fa parte delle cose viventi, chi vive deve quindi sempre affrontare dei cambiamenti.

Johann Wolfgang Goethe

Spesso le persone fanno arte, ma non se ne accorgono.

Vincent Van Gogh


Filosofare non significa imitare i pensieri di qualcuno, significa invece pensare con la propria testa.
I. Kant

ALDO BONAVENTURA

Nome: ALDO

Cognome: BONAVENTURA

Nato il: 18 novembre 1985

A: Tortona

Professione: Studente

E-mail: aldo.bonaventura@hotmail.it

Sito: aldobonaventura.blogspot.com


Comincio questa mia breve descrizione dicendo che non sono proprio dell'Oltrepo, ma l'ho scoperto in questi anni grazie alla permanenza per motivi di studio a Pavia e alla conoscenza di Lorenzo, il quale mi ha introdotto a Casteggio e all'Oltrepo. Ed è stata una bella scoperta: una terra ricca di storia e di cultura, ricca di prodotti della terra e soprattutto del vino che rappresenta il suo vanto.
Per quanto riguarda me, sono uno studente in Medicina e Chirurgia, giunto quasi alla fine dei sei anni in attesa poi di intraprendere la Scuola di specialità; aver scelto di fare il medico è dipeso da una forte passione personale e da un grandissimo interesse per tutto ciò che riguarda quella perfetta macchina che è il nostro corpo umano.
A parte l'attività di studio, ho due grandi hobby per i quali cerco di ritagliarmi il maggior tempo possibile: la lettura e la scrittura. La lettura è ormai un qualcosa di inscindibile da me, specie quella riguardante la storia italiana del secondo dopoguerra e l'attualità. La scrittura è una passione nata da pochi anni e che è andata via via rafforzandosi con articoli su un giornale locale e l'allestimento di un mio blog: inutile dire che il sogno nel cassetto rimane pubblicare un libro, sogno che continuo a coltivare non appena ne ho il tempo. Oltre a lettura e scrittura, non disdegno la musica, "strimpellando" qualche pezzo con la chitarra, e il calcetto, appuntamento fisso almeno una volta alla settimana, dal momento che è anche l'unica attività sportiva che riesco a svolgere.
Aver iniziato la collaborazione con "La Barbatella" è stato un merito di Lorenzo, il quale mi ha trascinato in questo progetto che mi ha permesso di crescere sotto tutti i punti di vista e che spero di poter continuare a lungo.

CARLO PICCININI

Nome: CARLO

Cognome: PICCININI

Nato il: 1° marzo 1984

A: Voghera

Professione: Studente e Imprenditore agricolo

E-mail: carlo_prt@hotmail.com



Cresciuto nelle campagne di Casteggio, ho sempre coltivato la passione per tutto ciò che è legato al territorio ed alle tradizioni dell'Oltrepò.
Mi sono Diplomato negli USA. Da poco sono anche imprenditore agricolo, attività che la mia famiglia porta avanti da generazioni e che sono determinato a continuare con il massimo dell'impegno. Ritengo che una buona preparazione scolastica debba fare da base per qualunque attività si voglia intraprendere in un mondo così globalizzato e ricco di opportunità ma anche difficile da interpretare e prevedere. Per questo motivo sto anche portando avanti i miei studi per diventare dottore in Economia e commercio.
Credo che l'impegno per il proprio territorio sia fondamentale per portare avanti progetti di sviluppo e soprattutto per creare basi di miglioramenti su molti aspetti della società in cui viviamo.

FRANCESCA CASARINI

Nome: FRANCESCA

Cognome: CASARINI

Nata il: 20 settembre 1985

A: Broni

Professione: Studentessa

E-mail: casarinif@libero.it



Descrivere sé stessi penso sia una delle cose più difficili da fare.
Io sono una ragazza di 23 anni piuttosto normale, frequento l’ultimo anno della Scuola Interpreti e Traduttori di Milano e sono ormai arrivata al rush finale, tra giugno e luglio esami e discussione della tesi che si spera mi permetta di diventare interprete di lingue straniere. Per fortuna ho scelto la strada giusta, le lingue sono sempre stata una passione fin dai tempi delle scuole medie e ho deciso di coltivarle e di farne la mia vita; ora sono stanca, 5 anni sotto pressione si sentono, ma sono anche contenta del mio percorso e spero di poterne raccogliere i frutti.
Sono una persona determinata, metodica, pignola (a volte forse un po’ troppo), mi piacciono organizzazione e precisione. Questo non significa che sia la classica bacchettona che non ammette sgarri, al contrario. Mi piace la compagnia, mi piace condividere tutto quello che faccio con le persone che più mi sono care e sono sempre pronta a fare cose nuove, per me ogni occasione è buona per viaggiare, scoprire e vedere (i miei genitori ormai lo sanno e ogni tanto fanno le valigie e vengono a trovarmi nel posto in cui mi trovo in quel momento…)
Non ho tantissimi amici, quelli veri si contano sulle dita di una mano e so che su di loro posso contare. Sono il mio punto di riferimento e li conosco così bene e da talmente tanto tempo che ormai sono praticamente parte della famiglia!

CARLO VIGO

Nome: CARLO

Cognome: VIGO

Nato il: 22 agosto 1988

a: Voghera

Professione: Studente

e-mail: supercharlie88@hotmail.it


Sono studente universitario presso la facoltà di Farmacia dell' Università degli studi di Pavia.
Sono una persona molto socievole e, da quanto la gente dice di me, anche abbastanza simpatica. Mi ritengo una persona parecchio testarda e spesso troppo impulsiva ma fortunatamente presento anche alcune buone qualità come l'essere gentile, generoso, affettuoso, comprensivo e disposto al dialogo.
Per quanto riguarda le mie passioni, ormai da anni nutro un interesse sfrenato per la musica: mi piace ritrovare in essa la sperimentazione, pur rimanendo attaccato, in modo quasi morboso, ai grandi classici e ai nomi leggendari. E non per niente da quasi 9 anni suono la chitarra, grazie alla quale sono entrato in questo magnifico mondo.
Sono un orgolglioso membro dell' Associazione Culturale "La Barbatella" poichè ritengo più che doveroso mobilitarsi al fine di sponsorizzare tutto ciò che di culturale (ed interessante allo stesso tempo) il nostro paese e le nostre tradizioni ci offrono.

CANALETTO E BELLOTTO. L'arte della veduta


www.palazzobricherasio.it


Due dei migliori interpreti del vedutismo, "veneziani di nascita ma europei per vita vissuta", sono messi a confronto nel corso di questa mostra, a mio parere molto ben riuscita.
Solo per rinfrescare la memoria, vale la pena ricordare che Zuanne (Giovanni) Antonio Canal detto Canaletto e Bernardo Francesco Paulo Ernesto Bellotto erano parenti, in quanto la madre di Bellotto, Fiorenza Canal, era sorella di Canaletto. Entrambi cresciuti alla bottega di Bernardo Canal (il padre di Antonio) e, per quanto riguarda Bellotto, dello stesso Canaletto e iscritti alla fraglia (la corporazione dei pittori), fin dai primi passi hanno dedicato la loro attenzione a "fotografare" il paesaggio.

Canaletto si distingue per la perfetta conoscenza della prospettiva e della tecnica pittorica: le linee dritte, i piccoli
tocchi di colore senza pesantezza e spessore e privi di impasti chiaroscurali, avviandosi così sulla strada del rigore scientifico, che è la sua peculiare caratteristica, il suo tratto distintivo.
Per raggiungere la perfezione, si avvale della camera ottica, grazie alla quale prepara schizzi, presi da vari punti di osservazione e poi riuniti in un unico foglio. A tale proposito è bene sottolineare come ricorra abbastanza spesso l'uso dell'arco, così come in Bellotto, un espediente compositivo utile a dare profondità alla scena, a creare i piani di luce, tanto amati da Canaletto.

Bellotto, data la frequentazione della bottega dello zio, ne è inizialmente influenzato: quel rigore del disegno non gli appartiene e infatti, nel corso della sua carriera, viene sostituito da uno stile più personale. La peculiarità del Bellotto maturo sta proprio in un uso del colore con un'intonazione più fredda e in una concezione più drammatica delle luci, giusto a marcare l'autonomia del suo discorso poetico. I suoi cieli sono più trasparenti, le sue ombre più nere, profonde e disegnate, i contrasti chiaroscurali più marcati ("tagli di luce e profondità d'ombra portati al massimo della scenograficità, fino a esiti di una tragicità epocale e misteriosa" Giandomenico Romanelli, Bellotto), la resa dei particolari più nitida e incisiva (questo per certi versi influenza Canaletto), una maggior attenzione alla vita cittadina, quasi assente nelle opere dello zio, esemplificata dalle scene cittadine del periodo di Dresda e dalle scene rurali del periodo di Varsavia.



da: reprodart.com
Canaletto, Warwick Castle, la facciata orientale dal cortile


"I due grandi artisti (...) coniugano nelle loro vedute arte e cronaca, storia e poesia".

"L'uso sapiente della camera ottica (ideata nel '500 e perfezionata nel '700, che consente di proietta
re un'immagine, attraverso una lente, su una superficie di vetro da cui viene poi riprodotta) permette a zio e nipote di rubare e fermare sulle loro tele, come moderni fotografi, delle istantanee della realtà".

"(...) scatti d'autore destinati a facoltosi personaggi del posto, ma soprattutto ai numerosi visitatori stranieri impegnati nel Grand Tour".



Aldo Bonaventura

venerdì 21 marzo 2008

UNA SERATA MAGICA



Per mesi, dopo il primo appuntamento della Barbatella con Note d’Autore, abbiamo lavorato per regalare a tutti voi un’altra serata indimenticabile. Volevamo stupire tutti, regalare a Casteggio uno spettacolo superbo ma soprattutto regalare ai presenti un’emozione…
Abbiamo puntato in alto, altissimo, più alto di quello che avessimo mai immaginato: portare a Casteggio, nella chiesa di San Pietro, Mozart e quello che da molti è considerato il suo capolavoro, il Requiem. Impensabile per un’associazione di ragazzi nata da sei mesi, forse troppo ambizioso: però non posso far altro che gridare: CI SIAMO RIUSCITI!!!

Sabato 15 marzo, appuntamento alle 21.15…alle 20.30 metà chiesa era già piena… alle 21.30, alle prime note dirette dal maestro Niccolai, la chiesa era stracolma!
Non immaginate che emozione e che soddisfazione per me e per gli amici della Barbatella vedere così tante persone, così tanti ragazzi, così tanti complimenti, una partecipazione così sentita.
Il coinvolgimento che Casteggio ha dimostrato fin qui nei nostri confronti va ben oltre le nostre più rosee aspettative e di questo ringraziamo tutti di cuore. Sabato erano quasi 400 al Pistornile, 400 ad applaudire il maestro Niccolai e la sua orchestra, il coro e i solisti che sono stati superlativi…quell’emozione che avevamo sognato…uno spettacolo grandioso, tanto bello da non sembrare un requiem…le lacrime agli occhi di qualche signora a fine serata ci hanno ripagato di tutti gli sforzi fatti…

I ringraziamenti sono doverosi:
- prima di tutto i musicisti: l’Orchestra Sinfonica di Asti, la corale “A.Gavina” di Voghera e il coro “W. A. Mozart” di Acqui Terme, i solisti Monica Elias, Sara Bonini, Gianfranco Cerreto, Daniele Biccirè e il maestro Aldo Niccolai, che ringrazio con il cuore per la disponibilità e la collaborazione;
- un ringraziamento tutto speciale va a Banca Fideuram che ha interamente sponsorizzato la serata ed era presente sabato con dirigenti e dipendenti. Un GRAZIE infinito per aver creduto in noi e nel nostro progetto;
- il Comune che ha patrocinato l’evento, al sindaco Avv. Manfra e agli assessori Avv. Allegrini e Rag. Ascagni presenti sabato e che sempre ci aiutano e ci sostengono;
- un saluto affettuoso e un ringraziamento alle dirigenti scolastiche, Dott.ssa Zanghi e Dott.ssa Achilli, presenti a rappresentare la scuola;
- un grazie particolare deve essere assolutamente dedicato alla ditta Madama e al sig. Stefano Cimò, alla sua gentilezza e infinita disponibilità ad aiutarci sempre e comunque. E’ una fortuna per noi poter contare su persone così. Grazie!
- grazie all’ Associazione Amici di Mairano per il supporto logistico;
- ringraziamo la Sig.na Barbara Rossi, la Dott.ssa Franchini e l’Arc. Gazzaniga, fondamentali per la riuscita della serata;
- ultimo, ma non meno importante, un GRAZIE a Don Pino che ci ha ospitati mettendo a disposizione chiesa ed oratorio senza condizioni.

Le ultime parole voglio, come al solito, dedicarle agli amici della Barbatella, con cui sto condividendo questo progetto. Ancora una volta siete stati impeccabili, organizzazione perfetta e puntuale, tanto da ricevere i complimenti dagli stessi musicisti. Non so cosa farei senza di voi, siete grandi!!!!!!!!
Abbiamo puntato alto, ma la cosa più bella è che ci siamo arrivati. Certe volte faccio ancora fatica a realizzare.
Adesso viene il bello: dobbiamo mantenere il livello, continuare a regalare a noi e a Casteggio le stesse emozioni di sabato sera. Ci aspettano ancora tante riunioni e discussioni, ma sono sicuro che, se continuiamo così, con questa voglia e questa costanza, non possiamo fallire.
Ragazzi complimenti, complimenti per le emozioni che avete saputo regalare anche a me…Grazie!


Lorenzo Vigo

sabato 8 marzo 2008

ANALISI MUSICALE DEL REQUIEM

Una nostra amica, Nunzia Santomauro, appassionata di Mozart e frequentante il conservatorio, ci propone un'analisi musicale del Requiem.

Mozart, ossessionato dall’idea della morte o, meglio, ossessionato dall’idea di una morte predestinata, compone l’Introitus nel quale l’andamento sincopato infonde un senso di inquietudine, di angoscia: il discorso è ansimante, è tutto un susseguirsi di sospiri e singhiozzi musicali. I tromboni sono la rappresentazione delle voci del giudizio universale e con questa funzione ritorneranno più volte nel corso della composizione. Ad un tratto, la musica incalza e si apre al coro. Prima le voci maschili, poi quelle femminili arpeggiano e danzano su quell'unica, immensa frase che terrorizza ed opprime il compositore: "Requiem aeternam dona eis, Domine" "Eterno riposo dona a loro, Signore". Il tema è semplice ma ricchissimo. Le parti del coro lottano per stapparsi di bocca la melodia, quasi avessero fretta di esaurirla. Ma Mozart non vuole morire e la sua lotta emerge chiara nelle successive battute: "Et lux perpetua luceat eis" "Risplenda su di loro la Luce Perpetua", parole da cui emerge la speranza, la convinzione di un'Eterna pace, di un aspettato ed infinito riposo. La conclusione è spettacolare! Un urlo, uno strillo di rabbia esplode nell'aria. Un urlo ossessivo e folle che si esaurisce lentamente in un sussurrato e melanconico "luceat eis". Si apre così il "Kyrie", uno dei pezzi più famosi della storia della musica. Il coro domina per tutta la durata del brano, quasi le voci si contendessero l'onore e il dovere di elevare ai cieli la loro preghiera: "Signore, Pietà! Cristo, Pietà! Signore, Pietà!". Tre minuti di autentica devozione, di totale abbandono a Dio. Questa fuga dà l'impressione di essere senza sosta: i temi compaiono con frequenza quasi ossessiva e sembra proprio che essi possano arrivare in qualsiasi momento e da ogni parte. Emerge uno stato d'animo di umanità colpevole che sente incombere il terribile giudizio divino (il Dies Irae che segue, appunto).
A questo punto però, comincia le vera corsa contro la morte. Il "Dies irae" è rapido e apocalittico. Si leggono tracce di inquietudine e di paura, sferzate di violenza e di ira, frammenti intensi di agonia. I violini aggrediscono letteralmente l'ultimo accordo, soli, senza timpani o ottoni a definire la conclusione. Possiamo immaginare che questo è il brano che Mozart patisce più di tutti. La sua gara con la morte, infatti, è impari. Non riesce ad essere rapido quanto vorrebbe: sei episodi della Sequentia erano completati nelle parti vocali ma le parti strumentali erano solamente abbozzate. Riesce a disegnare una folgorante visione di Dio nell'immenso "Rex tremendae", ma non lo conclude. Nel "Lacrimosa" il compositore riesce, attraverso l'utilizzo di brevi frasi di crome ascendenti e discendenti assegnate ai violini contornate da una scrittura corale di ampio respiro, a creare un effetto di pianto a stento trattenuto, di preghiera umile e devota con un “Amen” conclusivo in forte che esprime tutto il fervore religioso dell'autore; questo brano è un commovente lamento che le circostanze biografiche del compositore hanno trasformato nel suo congedo dal mondo: il “Lacrimosa” viene infatti interrotto all’ottava battuta così come i brani "Domine Jesu Christe" e "Hostias" che prospettano soltanto una vaga traccia generale della melodia; "Sanctus", "Benedictus" e "Agnus Dei" non verranno mai composti.
In verità, Mozart non riuscì a mai vincere la sua corsa contro la morte ma riuscì a creare la più grande testimonianza di musica sacra della storia dell'uomo. La terrificante trasfigurazione della Morte, l'accecante potenza di Dio si fondono in un canto misterioso, arcano, che si eleva fino al cielo con soave naturalezza. In fondo la morte è la vera e unica amica dell'uomo, dirà lui stesso. Nonostante la musica ricordi per concezione e impostazione le messe funebri della tradizione, la creatività assoluta traccia le basi di una dimensione musicale tutta nuova, che rispecchia fino in fondo il sentimento del compositore e riflette un rapporto diretto, uno scontro audace tra Dio e l'uomo. Questa è la vera natura del Requiem: farsi portavoce del richiamo insito in ogni creatura di fronte alla morte, di fronte all'ombra. Un canto di preghiera e di speranza che accomuna tutte le genti, le razze, le nazionalità, le lingue e i popoli verso una realtà da cui nessuno può sfuggire. Una realtà che raggiunge tutte le cose. Una realtà che ci accomuna tutti come "uomini".

sabato 1 marzo 2008

IL REQUIEM DI MOZART


(da www.wikipedia.org)

Come avete potuto vedere dall'immagine a lato, il giorno 15 marzo 2008 a Casteggio, nella chiesa di S. Pietro Martire, alle ore 21,15, verrà eseguito il Requiem in Re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart.
A tal proposito, vale la pena ricordare come è nato nella mente del grande compositore tale capolavoro dal momento che la vicenda ha una storia controversa.

Stendhal, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), parla di un anonimo committente che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in un mese una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Mozart tenta di scoprire chi sia il misterioso committente, ma venendogli a mancare le forze per il faticoso lavoro e non riuscendo ad identificare l'uomo, si convince che la messa sarebbe stata il requiem del suo funerale.
Allo scadere delle quattro settimane, l'uomo si presenta per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offre altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo, le quali si riveleranno inutili, poiché Mozart morirà di febbre e insufficienza renale il 5 dicembre 1791, lasciando l'opera incompiuta.
Oggi è certo che il committente era il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie; nella fattispecie, il Requiem sarebbe divenuto un omaggio alla defunta moglie.
Una seconda versione sostiene che sarebbe stato l'antagonista in musica, Antonio Salieri - invidioso per il prestigio acquisito da Mozart, a suo discapito, presso la corte austriaca - a forzare il deperimento del già malato collega. Lo affermano Aleksander Puškin, il drammaturgo Peter Shaffer e il regista Milos Forman.
La vedova di Mozart, Constanze, delega il completamento del Requiem (furono rinvenute decine di spartiti alla rinfusa sulla scrivania del compositore) a tre allievi del marito, per meglio avvicinarsi agli intenti originari: Joseph Eybler, Franz Freistädler e Franz Xaver Süssmayr, che diede l'apporto più rilevante all'opera finale.
Il mito vuole che la messa sia stata eseguita il giorno del funerale di Mozart, a cui hanno partecipato solo pochi amici che, a causa dell'incessante pioggia, si sono dileguati prima dell'arrivo al cimitero del carro funebre. Quando Constanze si reca in visita alla tomba, senza trovarne traccia, scopre che Mozart era stato seppellito in una fossa comune.
La verità è che la messa è stata eseguita in una funzione commemorativa organizzata dal suo amico Emanuel Schikaneder il 10 dicembre; tuttavia non si conoscono i frammenti eseguiti in tale occasione. Cronache del tempo affermano inoltre che il giorno del funerale non piovesse affatto e che semplicemente nessuno aveva seguito la bara al cimitero. Sua moglie Constanze si reca solamente 17 anni più tardi a cercare la tomba e per ovvi motivi non riesce ad identificarla.