(da www.wikipedia.org)
Come avete potuto vedere dall'immagine a lato, il giorno 15 marzo 2008 a Casteggio, nella chiesa di S. Pietro Martire, alle ore 21,15, verrà eseguito il Requiem in Re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart.
A tal proposito, vale la pena ricordare come è nato nella mente del grande compositore tale capolavoro dal momento che la vicenda ha una storia controversa.
Stendhal, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), parla di un anonimo committente che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in un mese una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Mozart tenta di scoprire chi sia il misterioso committente, ma venendogli a mancare le forze per il faticoso lavoro e non riuscendo ad identificare l'uomo, si convince che la messa sarebbe stata il requiem del suo funerale.
Allo scadere delle quattro settimane, l'uomo si presenta per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offre altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo, le quali si riveleranno inutili, poiché Mozart morirà di febbre e insufficienza renale il 5 dicembre 1791, lasciando l'opera incompiuta.
Oggi è certo che il committente era il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie; nella fattispecie, il Requiem sarebbe divenuto un omaggio alla defunta moglie.
Una seconda versione sostiene che sarebbe stato l'antagonista in musica, Antonio Salieri - invidioso per il prestigio acquisito da Mozart, a suo discapito, presso la corte austriaca - a forzare il deperimento del già malato collega. Lo affermano Aleksander Puškin, il drammaturgo Peter Shaffer e il regista Milos Forman.
La vedova di Mozart, Constanze, delega il completamento del Requiem (furono rinvenute decine di spartiti alla rinfusa sulla scrivania del compositore) a tre allievi del marito, per meglio avvicinarsi agli intenti originari: Joseph Eybler, Franz Freistädler e Franz Xaver Süssmayr, che diede l'apporto più rilevante all'opera finale.
Il mito vuole che la messa sia stata eseguita il giorno del funerale di Mozart, a cui hanno partecipato solo pochi amici che, a causa dell'incessante pioggia, si sono dileguati prima dell'arrivo al cimitero del carro funebre. Quando Constanze si reca in visita alla tomba, senza trovarne traccia, scopre che Mozart era stato seppellito in una fossa comune.
La verità è che la messa è stata eseguita in una funzione commemorativa organizzata dal suo amico Emanuel Schikaneder il 10 dicembre; tuttavia non si conoscono i frammenti eseguiti in tale occasione. Cronache del tempo affermano inoltre che il giorno del funerale non piovesse affatto e che semplicemente nessuno aveva seguito la bara al cimitero. Sua moglie Constanze si reca solamente 17 anni più tardi a cercare la tomba e per ovvi motivi non riesce ad identificarla.
A tal proposito, vale la pena ricordare come è nato nella mente del grande compositore tale capolavoro dal momento che la vicenda ha una storia controversa.
Stendhal, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), parla di un anonimo committente che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in un mese una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Mozart tenta di scoprire chi sia il misterioso committente, ma venendogli a mancare le forze per il faticoso lavoro e non riuscendo ad identificare l'uomo, si convince che la messa sarebbe stata il requiem del suo funerale.
Allo scadere delle quattro settimane, l'uomo si presenta per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offre altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo, le quali si riveleranno inutili, poiché Mozart morirà di febbre e insufficienza renale il 5 dicembre 1791, lasciando l'opera incompiuta.
Oggi è certo che il committente era il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie; nella fattispecie, il Requiem sarebbe divenuto un omaggio alla defunta moglie.
Una seconda versione sostiene che sarebbe stato l'antagonista in musica, Antonio Salieri - invidioso per il prestigio acquisito da Mozart, a suo discapito, presso la corte austriaca - a forzare il deperimento del già malato collega. Lo affermano Aleksander Puškin, il drammaturgo Peter Shaffer e il regista Milos Forman.
La vedova di Mozart, Constanze, delega il completamento del Requiem (furono rinvenute decine di spartiti alla rinfusa sulla scrivania del compositore) a tre allievi del marito, per meglio avvicinarsi agli intenti originari: Joseph Eybler, Franz Freistädler e Franz Xaver Süssmayr, che diede l'apporto più rilevante all'opera finale.
Il mito vuole che la messa sia stata eseguita il giorno del funerale di Mozart, a cui hanno partecipato solo pochi amici che, a causa dell'incessante pioggia, si sono dileguati prima dell'arrivo al cimitero del carro funebre. Quando Constanze si reca in visita alla tomba, senza trovarne traccia, scopre che Mozart era stato seppellito in una fossa comune.
La verità è che la messa è stata eseguita in una funzione commemorativa organizzata dal suo amico Emanuel Schikaneder il 10 dicembre; tuttavia non si conoscono i frammenti eseguiti in tale occasione. Cronache del tempo affermano inoltre che il giorno del funerale non piovesse affatto e che semplicemente nessuno aveva seguito la bara al cimitero. Sua moglie Constanze si reca solamente 17 anni più tardi a cercare la tomba e per ovvi motivi non riesce ad identificarla.
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